Jōzan Yamada III: il genio della ceramica giapponese

L’eredità di Jōzan Yamada III nella Tokoname Ware

Jōzan Yamada III, nato nel 1924 e morto nel 2005, è stato una figura di spicco nel mondo della ceramica giapponese, noto soprattutto per la sua maestria nella lavorazione del Tokoname. Erede dell’eredità del padre e del nonno, si è immerso nell’arte della ceramica fin da giovane, adottando inizialmente il nome Sho-jozan, che significa “piccolo Jōzan”, in onore del padre.

Il talento di Yamada III è stato riconosciuto a livello internazionale negli anni Cinquanta, vincendo il Grand Prix all’Esposizione Internazionale di Bruxelles nel 1958 e proseguendo con una serie di riconoscimenti che hanno consolidato la sua reputazione. La sua capacità di innovare all’interno della tradizione gli è valsa nel 1998 il titolo di Tesoro Nazionale Vivente, un riconoscimento che premia gli individui che hanno dato un contributo significativo alla conservazione delle arti e delle tecniche tradizionali giapponesi.

Yamada III si distinse per la sua tecnica nella creazione di teiere, soprattutto per il tè sencha, tanto che si diceva che la merce shudei Tokoname fosse sinonimo di Yamada Jōzan.

Le sue opere, che spaziano da pezzi classici a innovazioni in linea con gli scopi moderni, riflettono un profondo apprezzamento per la funzionalità e l’estetica, lasciando un’eredità di oltre 100 progetti che sono serviti come prototipi. Oltre alle teiere, ha creato anche pezzi notevoli come set da sakè, vasi da fiori e grandi ciotole, dimostrando l’ampiezza della sua abilità e della sua visione artistica.

Il lavoro di Jōzan Yamada III non è solo una testimonianza dell’eccellenza della ceramica giapponese, ma anche un promemoria del valore della tradizione in dialogo con l’innovazione. La sua vita e il suo lavoro continuano a ispirare artisti e artigiani, mantenendo vivo il ricco patrimonio della ceramica Tokoname.

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